Karate

KARATE-DO

“La via della mano vuota“

Proveniente dall’antica Cina , il karate si è
sviluppato in particolar modo sull’isola di Okinawa ed in seguito si è perfezionato in Giappone, venendo a contatto con la cultura dei Samurai e del Buddismo Zen.

Il Maestro Gichin Funakoshi ( 1868-1957),
tra i maggiori esponenti del Karate-Do, grande divulgatore e creatore del sistema di insegnamento tuttora utilizzato, scrisse:

“Come la superficie di uno specchio riflette tutto ciò che le sta davanti
e una valle silenziosa riporta ogni piccolo suono,
così chi si accinge a praticare il Karate
deve rendere il proprio spirito vuoto da ogni egoismo e malvagità,
in uno sforzo per reagire convenientemente dinanzi a tutto ciò
che può incontrare”

Questo è il significato del termine KARA (Vuoto ) nella parola karate.

Nello scegliere il termine kara, il maestro Funakoshi si ispirò ad una famosa massima del Buddismo Zen:

“Tutti gli aspetti della realtà
visibile equivalgono al Vuoto .
Il Vuoto è all’origine di tutte le realtà.”

Per il karate il nemico da sconfiggere è da ricercare dentro noi stessi ( sono le nostre paure, le nostre debolezze, le nostre gelosie,….il nostro egoismo), nello sforzo di seguire questo principio:

“Innanzitutto conosci te stesso, poi conosci gli altri”.

Dal Maestro Funakoshi nacque il karate stile Shotokan (casa di Shoto) essendo Shoto lo pseudonimo con cui il maestro firmava le sue opere letterarie.

Il Karate Shotokan fu portato in Italia dal M° Hiroshi Shirai che da oltre 50 anni lo divulga con grande passione.

I corsi sono tenuti dal M° Davide Ronchetti e dall’istruttrice Giulia Bernini.

Davide Ronchetti

Inizia la pratica del karate di scuola Shotokan nel 1982.

Cintura nera 4° Dan , ed Istruttore Master Nei Dan School, dal 1990 insegna presso il Centro Sportivo Ronin di cui riveste l’incarico di Coordinatote Tecnico e di Vicepresidente.
Al Centro Sportivo Ronin il karate Shotokan è praticato in conformità alle parole del Maestro Funakoshi:

“Non è l’arte che fa l’uomo ma l’uomo che fa l’arte.”

In primo piano vi è il praticante, il quale fortifica il proprio corpo , prende coscienza delle proprie energie e comprende i principi dell’arte attraverso lo studio dei fondamenti e delle forme dello stile.

Allo studente non viene chiesto di conformarsi ciecamente allo stile ma di elaborarne i principi , attraverso una pratica consapevole , per farli propri e diventare lui stesso artefice dello stile , Artista Marziale .

L’allenamento tiene conto del fatto che l’arte marziale richiede un uso del corpo , della mente e dell’energia differenti dal normale uso quotidiano, lavorativo o sportivo.

Non è questione di atletismo, ma di corretto utilizzo delle potenzialità naturali del corpo.

L’arte marziale al servizio del praticante e non viceversa.

Per un praticante esperto la Via del Karate è uno strumento per affrontare le battaglie della vita, con forza e serenità.

“Nel Karate-Do lo spirito è più importante della tecnica”

M° Ghichin Funakoshi

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